
Vecchio Errante Indovino giunse infine al cospetto del Re. Lasciati aiutare a capire come fare per sentirti meglio con te stesso e con gli altri!
Il Re disse al Vecchio:” Mi hanno molto parlato di te. La tua Arte è giunta fin qui. Ti metto alla prova; sai tu dirmi che cosa ho io fatto, come, quando e perchè?”
Il Vecchio rispose su questo e su quello e poi molto di più.
Il re sbalordito gli chiese: ”Come puoi tutto questo sapere di me?”
Il Vecchio rispose: ”Ci fu un giorno in cui tu fosti me ed io fui te”
Il Re incollerito: “Perchè allora tu sai tutto ciò ed invece io no?”
“Perchè io so ricordare e tu no”.
Il Re sospettoso gli chiese: “Come avesti questo grande potere?”
Il Vecchio rispose:
”Quando a te venne data una splendida torcia, a me fu concesso un debole lume. Così, nel mio andare i miei occhi divennero foschi e malati, la via non potevo vederla, ma solo cercarla e cercarla; le mie gambe inciampavano spesso così che divennero zoppe.
Per vedere le cose lontane ho dovuto stare vicino e per veder le cose vicine ho dovuto stare lontano.
E nel cercar di vedere la cosa a me più di tutte vicina ho dovuto andar molto, molto lontano.
E’ guardando senza vedere e ascoltando senza sentire che ho incontrato e son stato mille e mille persone e poi mille altre ancora, piantandomi ognuno un pelo nel corpo e scavandomi un poro…”
Il Re l’interruppe: ”Ma chi sei allora tu?”
E il Viandante rispose:”Io non sono la somma di tutti i miei pori e di tutti i miei peli:
Io sono la fine del viaggio; io sono quel solo che mai incontrerò”.
Il Re allora rimase in silenzio guardandosi i piedi.
Alla fine con voce sommessa gli chiese: ”Come posso saper ricordare?”
E il Vecchio rispose :”Getta molto lontano la torcia ed afferrai il più debole lume, lega stretta una gamba , copri forte un orecchio e in tal modo intraprendi la Via”
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